L’intervista a Sergio Monterisi, compositore e direttore d’orchestra barese, recentemente a San Pietroburgo ad assistere alla esecuzione in prima assoluta di tre sue nuove musiche per orchestra e soprano solista: “La leggenda di San Nicola”, “Grand Boulevards” e “Vado via”. Per SPB24 le parole e la testimonianza di uno tra i più importanti compositori italiani d’ opera viventi!
Sergio Monterisi ha composto numerose opere di grande successo: l’opera “Schicchi e Puccini”- vincitrice del concorso Operanuova 2013 del Teatro di Piacenza, l’opera “Il gigante egoista” - per due stagioni in cartellone all’Opera di Nizza – Francia; in collaborazione con la regista e librettista Magali Thomas, lo spettacolo “Africa”, l’opera interattiva “Peter Pan” e l’opera “Fantasmi all’opera”. Vive attualmente a Cannes in Francia.
FABIO: Cosa significa essere compositore d'opera nel 2016, nel pieno dell'era informatica, della tecnologia, della comunicazione istantanea e della realtà virtuale?
SERGIO: Per me scrivere opere ai nostri giorni significa credere che questo genere musicale ha tanto ancora da offrire: anche con il supporto delle nuove tecnologie, che possono contribuire al suo carattere immaginifico, l’opera può ancora raccontare storie, creare personaggi, suscitare emozioni. Bisogna cercare libretti interessanti e nuove forme, che restino però basate sui “fondamentali” del genere: una musica espressiva e comunicativa, il rispetto delle voci e delle potenzialità emotive del canto.
FABIO: Come nasce il poema sinfonico "La leggenda di San Nicola" e qual è il significato di averlo presentato nel programma del concerto "Viaggio in Italia nel XXI sec.", concerto realizzato con la Gubernatorsky Orchestra a San Pietroburgo il 16 dicembre 2016?
SERGIO: “La leggenda di San Nicola” nasce espressamente in occasione del concerto “Viaggio in Italia nel XXI secolo”, grazie alla felice intuizione dell’editore Piero Michi, che ha chiesto ad alcuni dei “suoi” compositori di illustrare in musica un percorso attraverso le nostre regioni d’origine. Era l’occasione di creare un affresco che affondasse le radici nella cultura popolare della mia città e di descrivere un Medioevo fatto di paure e speranze, di fede e di esaltazione, di gioia e di dolore. La scelta di San Nicola mi è sembrata calzante, perché la figura del mitico vescovo di Mira, venerata in tutto il mondo ma soprattutto in Russia, sintetizza i concetti di alleanza tra culture diverse, tra Est e Ovest, di pace, di tolleranza, che mi sono molto cari.
FABIO: Qual è il rapporto del compositore con il suo editore, nella storia e nel tuo caso personale; cosa significa e che importanza ricopre oggi?
SERGIO: La storia della musica (e dell’opera in particolare) è stata fortemente influenzata dalla lungimiranza di alcuni editori (Ricordi, ma anche Sonzogno) che avevano il fiuto di individuare i compositori vincenti e di imporli nei teatri. Oggi come allora l’intreccio tra editoria e potere commerciale può rivelarsi un limite per chi non rientra nei canoni estetici di una “scuderia” e resta ai margini del mercato. È fondamentale che l’editore sappia scommettere su un giovane autore e cerchi tutte le opportunità per diffondere la sua musica. In questo Piero Michi delle Edizioni Wicky Music ha il merito non solo di promuovere la nuova musica, ma anche di stimolarne la composizione, creando delle opportunità esecutive e mettendo in contatto autori ed esecutori.
FABIO: Come nasce l'incontro creativo tra il compositore e il librettista? Come è nata la vostra opera "I fantasmi dell'opera"?
SERGIO: Gli incontri duraturi ed efficaci nascono dalle affinità e dal riconoscimento di un intento comune. È più facile lavorare con un librettista che condivida la visione stessa dello scrivere un’opera ed i più profondi significati di quello che attraverso la musica cerchiamo. Con Magali Thomas avviene un fecondo scambio: è lei che ha avuto l’idea dell’atto unico “Fantasmi all’opera”, avendo assistito alla creazione del mio “Schicchi e Puccini” e volendo in qualche modo sfruttarne fino in fondo le potenzialità, conferendo una vita autonoma ai personaggi di Puccini, che si prolunga al di là dei limiti di ogni singola recita. Nelle continue conversazioni sul soggetto ed anche sui singoli versi, sento di contribuire alla creazione della storia, mentre allo stesso tempo è Magali che mi detta le caratteristiche della musica che prevede per il suo testo.
FABIO: Cosa ti è piaciuto di più di San Pietroburgo, dei solisti e dei musicisti che hanno partecipato a questo progetto?
SERGIO: Ero rimasto affascinato da San Pietroburgo già dal mio primo soggiorno in città nel 2009, per la straordinaria ricchezza culturale della città e la naturalezza con cui in essa si riconosce un ruolo imprescindibile alla musica. Ne ho avuto conferma in occasione del concerto del 16/12/15; mi ha colpito la dedizione e la straordinaria musicalità del giovane direttore Fabio Pirola, capace di valorizzare con il suo intuito e la sua padronanza tecnica i più piccoli dettagli delle musiche dirette, la sensibilità e le notevoli doti vocali del soprano Yana Ivanova, duttile interprete di ruoli vocali così diversi, e la curiosità dell’orchestra, che ha affrontato un programma tutto di musica nuova con il massimo impegno e l’orgoglio di contribuire alla nascita di tante nuove partiture; quanto di meglio un compositore possa desiderare!