San Pietroburgo Live

Tra musica e poesia: la vita del maestro Fabio Pirola a San Pietroburgo

Intervista a Sebastiano Azzaro e Fabio Piazzalunga

Ecco l’intervista a Sebastiano Azzaro e Fabio Piazzalunga, lo scorso novembre protagonisti a San Pietroburgo di un fantastico progetto dedicato alla promozione della canzone italiana; il progetto è stato organizzato dallo studio “Moi Gorod” di Mihail Gavrilov in collaborazione con “Elitalia”, Centro di Cultura e Lingua Italiana del prof. Stefano Capilupi.

Intervista ad Azzaro e Piazzalunga

Sebastiano Azzaro, tenore, uno dei più importanti interpreti della canzone classica italiana e napoletana è stato anche vincitore del concorso internazionale di Camaiore “G. Puccini” mentre Fabio Piazzalunga, pianista ufficiale del Festival di San Remo 2009, collabora regolarmente come pianista, arrangiatore e compositore anche per Radio Italia, Mediaset e Rai.

Arrivati a San Pietroburgo, il giorno dopo subito il debutto alla prestigiosissima Sala Octiabersky, davanti ad un pubblico di più di 4000 persone. L'occasione è stata una kermesse musicale che l'Assessorato all'Agricoltura del Comune di San Pietroburgo ha voluto offrire alle varie aziende di questo settore che operano nella città e nella provincia. Un bellissimo e fastoso spettacolo di danze, musiche e canti dove è stata anche richiesta la vostra preziosa partecipazione per un omaggio all'Italia con l'interpretazione di due canzoni: "Caruso" e "O Sole mio". Quale è il ricordo più bello di questo momento?

Innanzitutto essere ritornato in questa meravigliosa città dopo un anno e il contatto con il pubblico molto attento e partecipe che gremiva questa immensa concert hall. Non di meno il fermento degli artisti dietro le quinte!

Lo Studio "Moi Gorod" di Mihail Gavrilov in collaborazione con “Elitalia”, Centro di Lingua e Cultura Italiana di Stefano Capilupi, hanno curato l'organizzazione di un masterclass e di una lezione-concerto dedicati a far conoscere lo stile della canzone italiana e napoletana. Come avete trovato l'approccio dei ragazzi russi a questo tipo di repertorio musicale? Qual era la loro preparazione vocale? Quale vi sembra sia stata l’informazione più importante che probabilmente il pubblico non si aspettava?

Sicuramente il livello di preparazione è decisamente quasi tutto di alta qualità e grazie a questo si può lavorare direttamente sul repertorio. Lo affrontano con un grande slancio interpretativo ed emotivo che viene certamente da un ascolto e studio attento dello stile in questione. Nel breve tempo a disposizione ho cercato di insegnare ai ragazzi la possibilità di leggere lo spartito oltre le note che son scritte seppur rispettando ciò che è scritto! Cantare stando sul tempo e non necessariamente andando a tempo. Cantando il legato della melodia conoscendo perfettamente la parola nel suo suono e nel suo significato. Questo come primo approccio è forse l'informazione che non si aspettavano. E qui ecco il grande aiuto di Fabio Pirola con il suo innovativo metodo sulla dizione e fonetica italiana, Stefano Capilupi per l’attenta e preziosa traduzione, Sebastiano Azzaro per la padronanza della parola e dello stile napoletano e non per ultimo Mihail, per la sua splendida voce e per l'impegno profuso per questo lodevole progetto che spero abbia un respiro più ampio proprio a favore dei cantanti che ne potranno e vorranno farne parte. Grazie "Moi Gorod", grazie "Elitalia"!

Intervista ad Azzaro e Piazzalunga

Una domanda sulla musica pop russa che avete sentito per radio, nei bar, nei ristoranti... Quale potrebbe essere la principale differenza con quella italiana? In generale, quali potrebbero essere gli sviluppi stilistici di queste canzoni nei prossimi anni in riferimento alle contaminazioni europee e americane?

È una domanda complessa che richiede una risposta molto articolata in quanto potrebbe essere fraintesa semplicemente come una critica dell'una e una lode per l'altra e viceversa. Abbiamo di fronte due culture che affondano radici in background totalmente differenti. Non possiamo negare che l'ultimo secolo della cultura mondiale ha portato ad una globalizzazione dei linguaggi e che peraltro la condizione politica russa ne ha permesso la fruizione libera solo da circa 20 anni. L'occidente europeo ha una contaminazione che dura da prima della seconda guerra mondiale, circa da 80 anni. Sicuramente con 60 in più di esperienza ma anche (fortunatamente) 60 anni in meno di tecnologia, paragonata a quella contemporanea. In Italia si ascoltava lo swing e il rock and roll attraverso le poche radio che c'erano e tramite quei pochi dischi che arrivavano dall'America.

Diciamo che il tempo per far si che uno stile venisse appreso, elaborato, sedimentato, rielaborato e fatto proprio fu del tutto naturale e non accelerato. Ora basta una connessione internet e possiamo in tempo reale fruire di tutto lo scibile. Il problema non sta nel fatto di avere le informazioni, ma nel tempo naturale per acquisirle, rielaborarle, creando uno stile a forma propria. A mio personale parere ho ascoltato in questi giorni musica pop russa che ha suoni, strumenti, effetti, tecnologie moderne (e queste si possono comperare a poco prezzo ora) però con contenuti che hanno un sapore un po' retrò (naturalmente non in senso negativo) se paragonati al mercato internazionale. Mi colpisce e al tempo stesso mi incuriosisce questa discrepanza tra la tecnologia e il contenuto. Ripeto che è una mia personale considerazione. Non mi lascia di fatto stupito che alcune star italiane, che ormai hanno lasciato il mercato nostrano da più di 20 anni, abbiano trovato una florida rinascita in terra russa. Sono dell'idea che i tempi per l'uomo, per una società, per una cultura non siano quelli veloci di internet, che servono in primis per informare e non per formare, ma siano proporzionali a quelli naturali di una gravidanza che, nonostante la rapidità dei media globali, dura, e speriamo durerà, ancora e da sempre 9 mesi! Forse un paragone fuori luogo ma fruibile da tutte le persone di qualsiasi etnia e periodo storico.

Intervista ad Azzaro e Piazzalunga

In questo discorso non fa testo lo stile della canzone napoletana che di per se è un filone a parte e autonomo anche nell'ambito della musica leggera italiana e per sempre rimarrà così, immutato e unico con i suoi caratteristici stilemi. Questo è un esempio lampante che uno stile quando ha un suo imprinting originale caratteristico forte e personale non ha tempo che tenga. È indelebile! 

Chiudo la risposta dicendo che non mancano le tecnologie e gli strumenti alla nostra musica-cultura, mancano idee originali e la creatività. Abbiamo uno tsunami di interpreti lodevoli e siccità di autori con idee nuove e convincenti.

Questo periodo di soggiorno sono state giornate intense dedicate a concerti e masterclass. Cosa avete fatto nel poco tempo libero a disposizione e per la prossima volta cosa vi riservate di fare assolutamente?

Nel poco tempo libero ho riposato e grazie alla disponibilità di Mihail e Fabio ho visitato alcuni luoghi stupendi anche fuori Pietroburgo. Non me ne abbiano i Pietroburghesi ma non ho ancora visitato l'Hermitage. Prometto che al prossimo arrivo a San Pietroburgo è la prima cosa che farò. Il Museo Russo è fantastico! Grazie ad Yana che ci ha guidati!

Per un arrivederci, che canzone vorreste dedicare a San Pietroburgo?

Fabio: "Qui dove il mare luccica e tira forte il vento..."
Sebastiano: “Un amore così grande”

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