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Personaggio del mese per la rivista Sobaka: Francesco Attolini

Il personaggio del mese di febbraio per il famoso magazine russo "Sobaka" è il nostro connazionale Francesco Attolini. L'artista barese che vive a San Pietroburgo da diversi anni è anche il direttore della galleria d'arte OIOIOI a Mosca sita nel palazzo Valentin Yudashkin.  Leggete la sua intervista pubblicata nella rivista Sobaka.

Francesco Attolini a San Pietroburgo

L'infanzia e i PINK FLOYD

Fin dalla culla sono stato influenzato dalla moda e da mia madre che ha lavorato come modella, più tardi cominciò a lavorare con designer italiani organizzando sfilate di moda e disegnando abiti. Da mio padre invece, ho ereditato un'incredibile capacità di sintetizzare e combinare le cose ed i concetti. Se parliamo di moda, la mia visione è stata molto influenzata dallo stile di Gianni Versace. Da piccolo ho ricevuto in regalo un libro di bozzetti molto raro del grande stilista.

I ricordi sono tanti, sono stato sempre ispirato anche dalla musica. Da bambino ho amato i Pink Floyd. La loro immagine, il loro modo di vestire, il loro comportamento sul palco, i loro video clip - tutto questo mi piaceva. Per inciso, proprio i Pink Floyd - si possono considerare tra i primi autori di progetti di video-art. Ma la mia passione per la video arte è iniziata molto più tardi. Mi resi conto che non potevo vivere senza video non appena mi è stata regalata la mia prima 8 mm; avevo quattordici anni. E tutte le mie video camere le ho ancora. Queste sono le sole cose che non potrei mai vendere, sono una parte fondamentale della della mia vita.


VESTIRSI BENE E' IMPORTANTE, BISOGNA "SCEGLIERE"

Non sono d'accordo con la saggezza convenzionale che un artista può vestirsi senza scegliere (facendosi cadere l'armadio su di sè), perché il sapersi vestire bene è importante, ed è da considerarsi essa stessa una forma d'arte. Andy Warhol e Keith Haring anche se con stile diversi erano a loro modo "dandy", e il loro stile si sposa completamente con il loro lavoro. Creare un oggetto d'arte è in sé la mia vita - un compito molto difficile, che può essere risolto con la cooperazione culturale tra artisti. A San Pietroburgo, rispetto molto il lavoro di Andrey Khlobystin e Irena Kuksenayte.

Francesco Attolini a San Pietroburgo

Non credo che un artista deve essere alla moda, ma deve essere elegante, questa parola deriva dal latino "eligo" (ēlĭgo, ēlĭgis, elegi, electum, ēlĭgĕre) che vuol dire scegliere. Bisogna avere gusto nella scelta ed essere in grado di fare la scelta giusta. Quando guardo i vestiti li osservo dal punto di vista dell'artista, come oggetti d'arte. Un vestito è un'opera d'arte, è un'idea, una visione del suo progettista.


CIO' CHE E' BENE E CIO' CHE E' MALE

Io sono tutte le persone che ho incontrato. Il mio strumento è la video camera, per me è come uno specchio. Di fronte all'obiettivo sono i soggetti essi stessi i veri artisti io sono solo uno strumento. Hanno due minuti, durante i quali hanno modo di esprimere la loro identità che è parte della mia con gli strumenti che loro preferiscono, mostrano il loro carattere, la loro personalità e diventando i miei grandi artisti. Dopo i primi cento autoritratti, mi sono reso conto che questo processo è molto simile all'arte terapia sia per me che per i miei auto ritratti.

Il mio ultimo progetto si chiama "Self world-selportrait" ed è dedicato alla ricerca di se stessi. Realtà o finzione? Viso o maschera? vita o gioco? Certo, L'estetica è una componente importante della creatività, ma i 2 aspetti principali per me sono il messaggio e l'emozione. Altrimenti non siamo di fronte ad un opera d'arte.

Non lavoro solo come artista, ma sono anche videomaker, set designer, PR e direttore della galleria Oioioi a Mosca che si trova in un prestigioso palazzo del centro di proprietà del famoso stilista russo Valentin Yudashkin. Quindi, di nuovo, ecco ritornare la moda nella mia vita: opere in mostra accanto agli abiti del maestro. Lavoro spesso a contatto con l'industria della moda anche se mi piace variare, recentemente ho curato la direzione artistica di un calendario di una multinazionale leader del servizio Ticket Restaurant (la edenred). Un progetto innovativo dove i protagonisti non sono modelli ma i dipendenti dell'azienda. Questa è stata un'esperienza estremamente interessante, perché la maggior parte del mio lavoro è cercare di catturare l'essenza dell'uomo, guardare dentro. Il novantanove per cento della mia vita è fatta di persone.

Francesco Attolini a San Pietroburgo

MADE IN ITALY

Lo stile italiano - quello vero non è solo un modo di vestire ma è una questione di approccio di educazione di gentilezza, di anti-scortesia, bisogna essere un gentiluomo. Per quanto riguarda i vestiti, il classico per me è: completo nero camicia bianca e cravattino o anche jeans e camicia bianca o nera. Mi piace molto Versace, ma dopo la sua morte le sue nuove collezioni mi lasciano molto perplesso. Inoltre mi piace Cavalli e qualcosa dello stile Armani. Per quanto riguarda gli abiti, solo Pal Zileri. Capitolo jeans, vi consiglio Diesel, sono estremamente difficili da distruggere; un paio mi è durato 10 anni senza subire danni irreparabili, indossateli e non vi accadrà nulla! Tra i marchi meno popolari preferisco Romeo Gigli, della moda russa guardo con interesse Valentin Yudashkin, Tatiana Parfenova e Olga Boyarinova. Se parliamo di grandi magazzini il mio preferito è Zara.

Mi piace giocare con la moda e combinare capi di lusso con capi mass-market. Sono convinto alla fine che è importante come ti vesti prima di tutto dentro prima di poter comunicare con l'esterno. Nel mio armadio ci sono tante cose strane - alcuni capi sono difficili da indossare, bisogna trovare la giusta occasione ma mi piace comprarli comunque. Vi faccio un esemio pratico, ho comprato anni fa a Bruxelles uno strano capo che assomiglia ad un grembiule\salopette. Quando li ho indossati per la prima volta in Italia sono stato scambiato per un cameriere e mi hanno chiesto di portare un Campari. Comunque mi piacciono molto, pensate ne ho comprati due di diversi colori, ma poi ho pensato bene, "Oh cazzo! dove vado vestito così?


Testo: Anna Kavarnukaeva

Foto: Guy Johanson

Sobaka, febbraio 2012 

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