di Manlio Casagrande
"Un’occhiata alla mappa non basta, la Russia ha dimensioni che il cervello non riesce a comprendere. Correva l’anno 2008 e già da un paio d’anni vivevo a San Pietroburgo: il solo gesto di puntare l’indice su San Pietroburgo e farlo lentamente scorrere fino a Vladivostok, attraverso la Siberia infinita e la variopinta costa cinese, mette i brividi. Ma ci sono esperienze che non possono essere rimandate. Partii il primo settembre e feci all’incirca 25.000 km via terra in un mese e 10 giorni: un mese in Russia con una deviazione di 10 giorni nel countryside della Mongolia. Soggiornai nelle case dei locali tramite Couchsurfing, sito di cui ero membro attivo all’epoca, e questo mi permise di entrare nel cuore della vita locale. In uno degli appartamenti a metà viaggio pensai: "qui ogni casa ha un segreto e niente funziona come dovrebbe". Esattamente come l’anima russa, amico mio.
Immaginate la mia sorpresa: il treno lentamente si avvia e i passeggeri che ho davanti, con aplomb anglosassone, mettono sul tavolino pane, uova, pomodori, cetrioli, patate, salame, formaggio e una bottiglia di vodka. Li guardo. Iniziano a preparare i buterbrody (panini), poi uno di loro mi chiede stupito: “e tu, perché non mangi?” e mi offre un po’ del suo. Nei treni russi di seconda classe c’è una convivialità esasperata: si mangia, si parla, si ride tutti insieme come in una grande famiglia. D’altronde quale miglior modo di passare 10 o 20 ore in treno se non mangiando e bevendo? Nel tratto tra Novosibirsk e Irkutsk c’è un poveretto, vestito quasi come un clochard; davanti a lui è seduto un uomo sulla quarantina. Quest’ultimo estrae un fantastico pollo arrosto e glielo serve: il poveretto arrossendo dice “no, non ho fame”. Ma il signore insiste: “guarda, ho passato anch’io momenti così”. Il poveretto ringrazia e lo divora avidamente. Quella generosità provinciale che, come l’aria delle foreste siberiane, fa bene al cuore e alla mente.
E poi, in Transiberiana, c’è tempo per pensare. Difficile trascorrere migliaia di chilometri nel nulla senza chiederti dove stai andando e dove sei stato. Nizhnyj Novgorod, se paragonata a Mosca e San Pietroburgo, è la prima città veramente russa; Kazan, pulitissima città tatara dove accanto al Cremlino sorgono in armonia una moschea e una chiesa ortodossa; Yekaterinburg, la porta d’ingresso verso la ricca Siberia; Omsk, graziosa cittadina studentesca: oggi si gioca a calcio di fronte alla prigione dove venne rinchiuso Dostoevsky; Novosibirsk, ricca e universitaria; Krasnoyarsk, dal bel centro camminabile e dalla variegata natura attorno; e poi Irkutsk, dove termina la Russia europea e inizia quella asiatica. Ulan-Ude rappresenta la cultura della Buriatya; Vladivostok, proprio sopra la Cina, è una piacevole sorpresa e la sua struttura ricorda tanto le città di mare italiane; Khabarovsk, porto attivo e crocevia di differenti culture. Ma il protagonista di questo viaggio è sicuramente il lago Baikal, forse il luogo più bello di tutta la Russia, acqua cristallina circondata da una natura mozzafiato. E’ quando arrivi lì che capisci perché stavi viaggiando e, soprattutto, perché continuerai a viaggiare".
TRAGITTO
E' stata una Transiberiana andata e ritorno: da San Pietroburgo sono arrivato a Vladivostok e poi sono ritornato a San Pietroburgo in treno. Ho fatto dei tratti in macchina: a Irkutsk quando mi hanno invitato alla dacha, a Khabarovsk per un'escursione esterna, in Mongolia dove con 2 ragazzi tedeschi e un norvegese conosciuti al volo abbiamo affittato una jeep per 4 giorni. In ogni città mi sono fermato dalle 2 alle 3 notti.
Andata: San Pietroburgo - Mosca - Nizhnyj Novgorod - Kazan - Yekaterinburg - Irkutsk - Bajkal - Ulanbaator (Mongolia) - countryside (Mongolia) - Ulan Ude - Vladivostok
Ritorno: Vladivostok - Khabarovsk - Ulan Ude - Krasnoyarsk - Omsk - Novosibirsk - San Pietroburgo
HIGHLIGHTS
* il lago Baykal, mistico travolgente
* Kazan: città bella e pulita, centro storico piacevole
* in sauna in dacha vicino ad Irkutsk: è stata la mia prima sauna russa e non poteva essere migliore
* Khabarovsk: bella, ordinata, tranquilla. Nonostante sia sul confine cinese, di cinesi nel 2008 nemmeno l'ombra e ciò mi ha sorpreso
* Omsk: piccola città studentesca ma dal centro a portata di camminata
* Vladivostok: soddisfazione pura perché sei davanti al Giappone. Pensi che se sei arrivato fino a lì, puoi arrivare ovunque.
* Mongolia: pianure lunari, senza traccia d'uomo: il cielo dalla tenda di notte è qualcosa di superiore