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Il tramonto dell'era sglaciale

Pare che il pericolo maggiore sia passato: non c'è momento peggiore del disgelo, per aggirarsi a piedi in questa città. Tra marzo e aprile, le lastre di ghiaccio pestate da milioni di piedi cominciano a prendere vita e a scomparire con malcelata discrezione: sul ciglio della strada si accumulano smisurati pantani, mentre i tubi di scarico dei tetti rigettano grosse pepite ghiacciate. Il pericolo però non viene solo dal basso, ma soprattutto dall'alto: i blocchi di ghiaccio rimasti a lungo aggrappati sui tetti si staccano, cadendo dai palazzi con gran fracasso: ogni anno qualcuno ci rimette le penne.

Anita e l'era sglaciale a San Pietroburgo

Insomma, per uno spensierato passante, la via di casa si fa irta di ostacoli: saltellare tra una pozzanghera e l'altra, evitare blocchi congelati sui marciapiedi e tenersi ad una distanza ideale sia dalla carreggiata, per evitare docce nere da capo a piedi, sia dagli edifici, per evitare insolite minacce aeree.

Insomma, altro che “giardini di marzo”: nella capitale del Nord solo ora si ricomincia finalmente a vedere la terra e, per la gioia di tutti, qualche giornata di sole sta asciugando gli ultimi residui dell'inverno.

 

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