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In autobus: insolente! Lasci il posto agli anziani!

Ho deciso che in autobus non mi siederò più.

In un giorno come un altro, seduta al finestrino, guardo assorta la mia San Pietroburgo mentre i pensieri si accavallano. Sto per scendere, ma vengo colpita dallo sguardo fisso e allibito di una signora anziana, in cui leggo indignazione e disprezzo.

Anita e l'autobus

Poi sento arrivare, come i tuoni poco dopo i fulmini, gli insulti: “Non si vergogna signorina, a non cedere il posto a un anziano, che insolente a non alzarsi, che modi, che gioventù, che rispetto, ma come fa a non vergognarsi!”.

Eppure di solito ci sto attenta, lo faccio sempre, so perfettamente che ad anziani, invalidi e donne incinte bisogna cedere il posto, lo annunciano di continuo agli altoparlanti ovunque in questo paese.

Ecco che tirano fuori le unghie ogni tanto – penso – e mi chiedo cosa davvero siano questi sprazzi di accanimento e appello alla giustizia, in un paese in cui ci sarebbe tanto da protestare, lottare e picchettare per ottenere qualche diritto umano in più. Invece, di norma, non si vede che rassegnazione. Perciò non smetto di stupirmi, soprattutto di fronte a simili fenomeni: forse l'autobus è un'isola felice, è il piccolo universo del rispetto, dell'equità e della giustizia che finisce con la prossima fermata?

È facile affannarsi e protestare – penso – dentro i confini di questo piccolissimo universo.

Scendo dall'autobus, un po' scossa, ma certa che non correrò più il rischio di annullare questo ultimo bagliore di speranza.

 

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